Si terrà il prossimo 25 novembre 2025 presso la sede di Confindustria Umbria il corso “L’importanza del giudizio: dal giudizio come generatore di ansia al giudizio come strumento di miglioramento.”
Nella vita lavorativa, come in quella personale, il giudizio è sempre presente: esplicito o implicito, influenza pensieri, scelte e azioni. Spesso genera ansia, che può diventare un freno alla crescita professionale e relazionale. L’obiettivo di questo corso è aiutare manager e lavoratori a trasformare il giudizio da vincolo a strumento di sviluppo, riconoscendolo come risorsa e feedback utile per accrescere consapevolezza di sé e migliorare le dinamiche interpersonali.
Il corso sarà tenuto da Andrea Sales, psicologo psicoterapeuta, docente universitario e formatore aziendale. Durante la giornata verranno approfonditi i temi della differenza tra ansia e paura, della distinzione tra ansia funzionale e disfunzionale, degli effetti fisiologici ed emotivi dell’ansia e del ruolo che valutazione e giudizio assumono nei rapporti professionali. Particolare attenzione sarà data alla possibilità di considerare l’ansia non solo come limite, ma come elemento positivo in grado di favorire performance migliori e relazioni più efficaci.
Il percorso prevede un mix di lezioni frontali, attività individuali e lavori di gruppo, così da offrire ai partecipanti strumenti pratici e immediatamente applicabili nei contesti organizzativi.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Sono aperte le iscrizioni al nuovo corso, in programma il 21 ottobre 2025 presso la sede di Confindustria Umbria, tenuto da Robert Julian Smith.
Il percorso è pensato per chi desidera passare dall’uso dei singoli strumenti di AI alla costruzione di veri e propri flussi di lavoro intelligenti, capaci di ottimizzare attività di marketing complesse.
Durante la giornata i partecipanti impareranno a creare contenuti multi-formato (testi, immagini, video) partendo da un unico brief, a personalizzare campagne e messaggi con l’AI in base ai diversi segmenti di clientela, ad applicare modelli predittivi per individuare i clienti a maggior valore e ridurre il rischio di abbandono e a sperimentare strumenti avanzati come chatbot personalizzati e agenti AI in grado di automatizzare processi complessi.
Alla fine del corso ogni partecipante avrà realizzato un mini-kit operativo composto da contenuti, prompt e un prototipo di agente AI da utilizzare direttamente nel proprio contesto lavorativo.
Il docente Robert Julian Smith, consulente di marketing con un’ampia esperienza internazionale nell’implementazione di strategie digitali basate sull’AI e docente presso l’Università LUISS Guido Carli e la LUISS Business School, guiderà i partecipanti in un percorso pratico e strategico per evolvere dalle basi dell’AI ad applicazioni avanzate, che comprendono modelli predittivi, iper-personalizzazione e agenti AI capaci di rendere scalabili e automatizzabili molte attività di marketing.
Il corso è rivolto a chi ha già frequentato l’introduttivo “AI & Marketing” e a chi utilizza strumenti di AI in modo occasionale e vuole imparare ad applicarli in maniera strutturata e strategica.
Attraverso laboratori pratici e casi reali, i partecipanti potranno sperimentare l’uso di modelli predittivi per anticipare comportamenti e ottimizzare campagne, applicare tecniche di iper-personalizzazione lungo il customer journey, creare un proprio Brand GPT basato sui dati aziendali e approfondire l’introduzione agli agenti AI autonomi, con particolare attenzione alle linee guida per un utilizzo etico e sostenibile dell’intelligenza artificiale.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Come può l’Intelligenza Artificiale diventare un vero supporto strategico per i CEO e per le imprese? Se ne discuterà all’interno di Orizzonti Digitali 2025, il forum promosso da Confindustria Umbria insieme a Umbria Digital Innovation Hub, Ance Umbria e ITS Umbria Academy, con la collaborazione del Cortile di Francesco, Nemetria e dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria.
Il panel “AI come alleato del CEO”, in programma giovedì 11 settembre alle ore 15.00 presso la Villa del Colle del Cardinale (Perugia), vedrà come protagonista il Presidente di Umbria Business School, Riccardo Stefanelli, CEO di Brunello Cucinelli, che condividerà la propria visione ed esperienza nell’utilizzo dell’AI.
Insieme a lui, Giuseppe Francesco Italiano, Deputy Rector e Professor of Computer Science alla LUISS Guido Carli e docente di Umbria Business School, offrirà una prospettiva accademica e strategica sull’uso dell’AI come leva per il management.
A moderare il confronto sarà Monia Venturini, Giornalista RAI TG1.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti gli interessati.
Iscriviti qui: https://www.confindustria.umbria.it/evento/orizzonti-digitali-2025/
I nostri uffici rimarranno chiusi dall’11 luglio al 22 agosto inclusi per la pausa estiva. Le attività riprenderanno regolarmente a partire dal 25 agosto 2025.
Durante questo periodo gli uffici non saranno operativi e le comunicazioni potrebbero subire dei rallentamenti.
Auguriamo a tutti una serena estate e vi ringraziamo per l’attenzione.
Intelligenza Artificiale, Leadership e Skill Mismatch.
Quali competenze servono davvero per affrontare il futuro del lavoro?
Nel 2025, numerosi report internazionali, dal Future of Jobs Report del World Economic Forum al prestigioso AI Index di Stanford, fino alle analisi di Deloitte e degli osservatori nazionali, hanno provato a rispondere a una domanda centrale per istituzioni formative e imprese: quali competenze servono davvero per affrontare il futuro del lavoro?
In questo articolo proponiamo una lettura incrociata dei principali studi pubblicati nel corso dell’anno, per evidenziare le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro, il ruolo emergente della leadership e le implicazioni della diffusione dell’intelligenza artificiale per i modelli formativi.
La transizione delle competenze
Secondo il Future of Jobs Report 2025, nei prossimi cinque anni si creeranno circa 170 milioni di nuovi posti di lavoro, a fronte della perdita di oltre 90 milioni. Il saldo globale è positivo, ma comporta una trasformazione significativa delle competenze richieste. Entro il 2030, il 44% della forza lavoro dovrà aggiornare le proprie skill per rimanere occupabile.
Tra le competenze in crescita figurano: il pensiero analitico, la resilienza, l’intelligenza emotiva, l’alfabetizzazione digitale e la capacità di guidare o partecipare a processi di cambiamento.
AI e formazione: nuove sfide e responsabilità
L’AI Index 2025 di Stanford evidenzia come l’adozione dell’intelligenza artificiale sia ormai capillare: il 78% delle organizzazioni a livello globale utilizza soluzioni AI in ambiti che spaziano dall’automazione operativa all’analisi predittiva, fino al supporto strategico alle decisioni. Gli investimenti privati nel settore hanno superato i 109 miliardi di dollari, con performance dei modelli in crescita esponenziale (+60% annuo in media tra il 2023 e il 2025).
Questa evoluzione richiede nuove competenze non solo tecniche, come machine learning, data analysis, prompting o sviluppo di modelli, ma anche cognitive, etiche e culturali. La formazione deve accompagnare l’adozione dell’AI con approcci interdisciplinari, capaci di preparare i professionisti a gestire rischi, bias, responsabilità e impatti sociali delle tecnologie intelligenti.
Il tema della responsabilità umana nelle decisioni automatizzate, così come quello della trasparenza algoritmica, entra così a pieno titolo nei percorsi formativi. L’obiettivo è sviluppare una competenza digitale consapevole, che permetta di governare, e non solo subire, l’innovazione tecnologica.
Leadership e cambiamento: il ruolo chiave secondo Deloitte
I report Deloitte 2025 mettono in luce come la leadership trasformazionale sia oggi uno dei fattori chiave per la competitività delle organizzazioni. In un contesto segnato da cambiamenti rapidi e non lineari, i leader sono chiamati a:
- favorire una cultura organizzativa aperta, inclusiva e collaborativa;
- promuovere l’innovazione e la sperimentazione continua;
- integrare efficacemente tecnologie digitali e AI nei processi decisionali;
- sostenere la crescita delle persone attraverso la formazione continua.
La leadership viene sempre più intesa come un insieme di competenze trasversali e relazionali, empatia, ascolto, visione, capacità di comunicare il cambiamento, da coltivare in modo strutturato, anche nei percorsi di formazione manageriale.
Skill mismatch e formazione continua
Uno dei temi trasversali emersi da tutti i report è il crescente disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle attualmente disponibili. L’obsolescenza accelera: il 39% delle competenze oggi utilizzate rischia di non essere più rilevante entro pochi anni.
In risposta, la formazione continua assume un ruolo centrale. L’attenzione si sposta verso percorsi modulari e aggiornabili, combinazioni tra laurea e certificazioni professionali, apprendimenti ibridi che uniscono teoria, pratica e competenze trasversali. Inoltre, la capacità di adattarsi, apprendere rapidamente e connettere saperi diversi diventa una competenza chiave in sé.
Politiche pubbliche e sistema formativo
A livello europeo, il Pact for Skills ha già coinvolto oltre 6 milioni di lavoratori in percorsi di aggiornamento e intende raggiungerne almeno 25 milioni entro il 2030. L’OCSE, da parte sua, promuove un approccio “skills-first”, in cui le competenze effettivamente possedute contano più dei titoli formali, valorizzando così anche percorsi di apprendimento alternativi.
In sintesi, la convergenza tra intelligenza artificiale, transizione ecologica e nuove forme di lavoro ridefinisce il significato stesso di professionalità. Il 2025 ci consegna un quadro chiaro: per essere pronti al futuro serve un’alleanza forte tra imprese, istituzioni formative e politiche pubbliche, fondata su modelli flessibili, etici e inclusivi di sviluppo delle competenze.
Il corso si terrà il 29 ottobre 2025, dalle ore 9.00 alle 18.00, presso la sede di Confindustria Umbria
Si terrà il 29 ottobre 2025 il corso di formazione “Prepararsi alla trattativa di vendita. Riconoscere e superare le tattiche dei buyer” , una giornata intensiva rivolta a professionisti impegnati nella gestione di trattative con clienti, fornitori o partner.
Il corso è progettato per fornire un insieme strutturato di strumenti operativi e strategie finalizzate a riconoscere, prevenire e neutralizzare le tattiche negoziali più diffuse, proteggendo al contempo il valore delle offerte.
Il percorso formativo, condotto con un approccio interattivo, integra lezioni frontali, simulazioni, esercitazioni pratiche e analisi di casi reali. L’obiettivo è sviluppare competenze immediatamente applicabili, con particolare attenzione sia agli aspetti tecnici della negoziazione sia alle dinamiche psicologiche che influenzano i comportamenti delle controparti.
Il programma si apre con l’analisi delle tattiche di pressione più comuni, come la comparazione dei prezzi, l’imposizione di scadenze stringenti, la dichiarazione di budget limitati e la progressiva intensificazione delle richieste. A seguire l’attenzione si concentra sulla capacità di gestire consapevolmente le dinamiche relazionali, mantenendo chiarezza e controllo nella trattativa.
La parte conclusiva del corso è dedicata alle tecniche negoziali più complesse, come la costruzione e ricomposizione di offerte articolate, la gestione di rinegoziazioni, la verifica dell’attendibilità delle informazioni disponibili e la risposta a richieste dell’ultimo momento. Ogni fase è supportata da esercitazioni, workshop e simulazioni, con l’obiettivo di rafforzare la padronanza degli strumenti appresi.
Il corso, destinato a responsabili e direttori commerciali, imprenditori, titolari di PMI, consulenti e liberi professionisti, sarà tenuto da Cristina Mariani, founder di Allinea, Professore a contratto Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, consulente, docente d’impresa, Direttore editoriale della collana “Impresa Diretta” per Franco Angeli e autrice di numerosi libri su trattative commerciali, pricing, analisi dei costi e controllo del cash flow.
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Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741 – formazione@umbriaschool.it
La creatività non è un dono riservato a pochi, ma una competenza strategica che ogni organizzazione può sviluppare e potenziare. Innovare richiede il coraggio di mettere in discussione le abitudini consolidate, di sperimentare e soprattutto di coinvolgere le persone giuste: quelle capaci di guardare oltre l’orizzonte immediato, con una visione orientata al futuro e l’agilità necessaria per trasformare rapidamente le idee in azioni concrete.
Non basta affidarsi a ricerca e sviluppo o a modelli di business già noti; il vero motore dell’innovazione sono le persone e i loro approcci creativi, supportati da metodi flessibili che permettono di adattarsi a mercati in costante evoluzione. La creatività in azienda non è mai un’azione isolata ma un processo strutturato che mette al centro le persone, i metodi agili e la capacità di adattarsi.
Spesso sono proprio i momenti di crisi, o di cambiamento, a generare le idee più originali e a spingere verso la costruzione di un futuro migliore. Vediamo insieme alcune storie che confermano come la creatività, se coltivata con attenzione e strategia, possa diventare la chiave di svolta per trasformare profondamente un’azienda e ridefinirne il futuro.
Un esempio emblematico è quello di LEGO. Nel 2010 l’azienda danese attraversava un periodo critico: i bambini iniziavano a preferire i dispositivi digitali ai tradizionali mattoncini. David Gram, esperto di radical innovation, guidò un processo di trasformazione profondo, basato sull’ascolto autentico dei bisogni dei consumatori e sull’osservazione diretta del loro contesto di vita. “Se vuoi capire i leoni, non andare allo zoo, vai nella savana”, affermava Gram, sottolineando l’importanza di immergersi nella realtà per comprendere davvero le esigenze e i comportamenti delle persone.
LEGO si concentrò sul futuro del gioco osservando direttamente come bambini e famiglie lo vivevano nelle loro case e scoprendo che dedicavano sempre meno tempo al gioco tradizionale. Per rispondere a questa sfida, Gram creò il Future Lab, un team multidisciplinare che, con approcci agili e design thinking, accelerava la prototipazione trasformando rapidamente le idee in prodotti innovativi. Nacquero così prodotti come come LEGO Fusion, che integrava costruzioni fisiche e app digitali, e LEGO Dimensions, che combinava il gioco tradizionale con i videogiochi.
Le innovazioni introdotte da Gram modificarono anche l’organizzazione interna di LEGO. Vennero creati piccoli team dedicati a progetti specifici, organizzati come vere e proprie start-up interne. Una volta individuati comportamenti precisi attraverso test condotti nelle abitazioni, questi team realizzavano in circa un mese prototipi imperfetti chiamati pre-totype, verificati poi con test pilota sul mercato. Grazie a questa rinnovata capacità di innovare, LEGO riuscì a reinventarsi mantenendo il proprio DNA e coinvolgendo i consumatori con piattaforme come LEGO Ideas, dove i consumatori potevano co-creare online nuovi set e ricevere l’1% dei ricavi delle vendite.
A Singapore, DBS Bank affrontò una minaccia simile quando si rese conto che i giganti digitali come WeChat e Alipay offrivano servizi finanziari più agili e accessibili. La banca decise allora di trasformarsi completamente, immaginando un’identità molto diversa da quella di un istituto tradizionale. Nacque così la strategia GANDALF: G come Google per il software open source, A come Amazon per il cloud, N come Netflix per l’uso avanzato dei dati, D per DBS stessa come banca digitale, A come Apple per il design centrato sul cliente, L come LinkedIn per la cultura dell’apprendimento continuo e F come Facebook per la creazione di comunità. Questo nuovo paradigma portò DBS a lanciare Digibank, la prima banca completamente digitale senza filiali e a ridefinire radicalmente l’esperienza del cliente.
Infine, un altro esempio straordinario arriva dalla Francia, con il Btwin Village di Decathlon, il centro operativo dedicato alla mobilità ciclabile e urbana creato a Lille. In un’area di oltre 80 mila metri quadri, Decathlon ha concentrato produzione, ricerca, sviluppo e vendita diretta, creando un ecosistema dove ingegneri, designer, meccanici e consumatori lavorano fianco a fianco per sviluppare soluzioni innovative per le biciclette. Qui i clienti non solo acquistano un prodotto, ma possono testarlo, personalizzarlo e dialogare direttamente con chi lo ha progettato. Questo modello ha permesso a Decathlon di ridurre i tempi di sviluppo, migliorare la qualità grazie al feedback immediato degli utenti e rafforzare il legame emotivo con la propria community di appassionati, trasformando l’esperienza di acquisto in un processo collaborativo e immersivo.
Oggi più che mai, innovare significa unire metodo e visione. In questo scenario, la formazione assume un ruolo centrale: è lo spazio in cui prendono forma processi strutturati in grado di alimentare la creatività, trasformandola da intuizione spontanea a leva strategica per il cambiamento.
“Premi il pulsante, noi facciamo il resto.” Chi non ricorda questo celebre slogan nato nel 1888 e rimasto impresso nella memoria collettiva fino agli anni ’90? È la frase che rese immortale Kodak, il marchio che per oltre un secolo ci ha aiutato a immortalare i momenti più importanti della nostra vita.
Alla fine del XIX secolo, un giovane assicuratore appassionato di fotografia, George Eastman, stanco delle ingombranti macchine fotografiche dell’epoca, si pone un obiettivo semplice quanto rivoluzionario: “Voglio rendere la macchina fotografica comoda come una matita.” Nel 1888 lancia la prima fotocamera portatile, piccola e accessibile a tutti, aprendo le porte della fotografia a milioni di persone.
Eastman non si limitò all’innovazione del prodotto: costruì un modello di business integrato che copriva ogni fase, dallo scatto alla stampa, garantendo al marchio Kodak un dominio incontrastato. Negli anni ’90 l’azienda raggiunse un fatturato di 19 miliardi di dollari e contava oltre 145.000 dipendenti in tutto il mondo.
Ma proprio quando il successo sembrava inarrestabile, l’azienda perse la sua spinta innovativa. Nel 1973 il giovane ingegnere, Steven Sasson, dipendente dell’azienda, mise a punto il prototipo della prima fotocamera digitale: in soli 50 millisecondi catturava un’immagine, in 23 secondi la registrava su una musicassetta e la mostrava in bianco e nero. Un’idea destinata a rivoluzionare il settore. Eppure, la risposta dei vertici Kodak fu perentoria: “Chi vorrà mai guardare le proprie foto su uno schermo?” Temendo di mettere a rischio il business consolidato legato alla vendita di pellicole e carta fotografica, l’azienda decise di non investire in quella tecnologia.
La storia è nota: Kodak rinunciò a guidare il cambiamento e in meno di vent’anni precipitò in un declino che la portò a dichiarare bancarotta, con un debito di 6,7 miliardi di dollari.
Passiamo a un altro marchio simbolo di un’epoca, Invicta. Negli anni ’80 e ’90, il ritorno a scuola aveva un solo nome: Invicta. Gli zaini colorati con l’inconfondibile patella erano un vero status symbol tra i banchi, un segno di appartenenza. Il brand, nato a Torino nel 1906 come produttore di attrezzature per l’alpinismo, negli anni si era trasformato in un fenomeno pop, capace di conquistare intere generazioni.
Tuttavia, come accade spesso alle icone, il successo si arenò. I gusti cambiarono rapidamente, i giovani iniziarono a cercare modelli diversi e il brand non riuscì a rinnovarsi con la stessa velocità. Invicta faticava a parlare alle nuove generazioni, mentre la concorrenza si faceva sempre più agguerrita. Nel 2006 il marchio fu rilevato proprio dal suo storico rivale, Seven, che ne intuì il valore emozionale e ne rilanciò l’immagine sul mercato, riportandolo in vita come simbolo di un nuovo stile.
A differenza di Kodak e Invicta, alcune aziende riescono a intercettare i segnali del cambiamento e a trasformarli in un’opportunità. È il caso di Netflix. Fondata negli anni ’90 come servizio di noleggio DVD per corrispondenza, Netflix rivoluzionò fin da subito il modello tradizionale dei videonoleggi, permettendo di ordinare film online e riceverli a casa.
Il vero punto di svolta arrivò nei primi anni 2000, quando i fondatori Reed Hastings e Marc Randolph capirono che il futuro non era nei DVD, ma nello streaming. In un momento in cui molti dubitavano ancora di internet come canale di distribuzione, Netflix cambiò radicalmente strategia, investendo sulla trasmissione digitale dei contenuti. Non solo: iniziò a produrre contenuti originali, trasformandosi in un player globale dell’intrattenimento e ridefinendo completamente le regole del mercato audiovisivo.
La storia di Netflix dimostra come la capacità di anticipare i cambiamenti e reinventare il proprio modello di business, grazie a un approccio efficace al cambiamento, possa rafforzare la leadership e trasformare un’azienda in un punto di riferimento mondiale.
In un contesto in continua evoluzione, la formazione rappresenta un asset strategico per supportare le organizzazioni nei processi di change management, sviluppando le competenze necessarie per anticipare il cambiamento, gestirne la complessità e guidare l’innovazione in modo sostenibile.
Il 24 giugno 2025 Microsoft ha presentato l’aggiornamento del Work Trend Index 2025, il report globale che analizza come intelligenza artificiale e tecnologie digitali stiano trasformando il mondo del lavoro. Al centro di questa edizione c’è l’ascesa delle Frontier Firms: aziende evolute che riorganizzano i processi attorno all’AI, adottano team ibridi composti da esseri umani e agenti digitali, e introducono un nuovo ruolo strategico per ogni dipendente: l’Agent Boss.
Queste aziende sono più agili, scalano più velocemente e generano valore prima rispetto alle imprese tradizionali. Tuttavia, il cammino verso la trasformazione non si completa semplicemente adottando nuove tecnologie: il vero ostacolo individuato dal report è una gestione del tempo che rende la giornata lavorativa apparentemente infinita.
Il Work Trend Index 2025, basato sull’analisi di trilioni di segnali di produttività anonimizzati provenienti da Microsoft 365 a livello globale, evidenzia come la frammentazione del lavoro, tra e-mail, messaggi e riunioni continue, sottragga spazio al tempo di qualità, rallentando innovazione e crescita.
La giornata lavorativa infinita: quando il lavoro non ha più confini
Mattina: il lavoro inizia prima del risveglio
Il 40% degli utenti Microsoft 365 è già online alle 6 del mattino, controllando le e-mail per stabilire le priorità della giornata. In media, un lavoratore riceve 117 e-mail al giorno, molte delle quali vengono lette in meno di un minuto. Già dalle 8, Microsoft Teams supera le e-mail come canale principale di comunicazione: ogni dipendente riceve in media 153 messaggi su Teams nei giorni feriali, con un incremento del 6% anno su anno.
Metà giornata: la concentrazione viene messa a dura prova
Le ore più produttive (9–11 e 13–15) coincidono con il picco di riunioni: metà degli incontri giornalieri si svolge in queste fasce orarie, e il martedì è il giorno con più riunioni (23%). La maggior parte di queste (57%) è organizzata all’ultimo momento, senza un invito condiviso, mentre i lavoratori vengono interrotti in media ogni due minuti da notifiche, e-mail o call. Quasi la metà (48%) dichiara di sentirsi sopraffatta dal rumore digitale, dato che sale al 52% tra i leader aziendali.
Sera: la giornata non finisce mai
La pandemia ha introdotto il concetto del “triplo picco di produttività” e, secondo il WTI, questa abitudine è ormai la norma: il tempo di lavoro si prolunga fino a tarda sera, con un aumento del 16% delle riunioni dopo le 20. Quasi un terzo dei lavoratori (29%) torna a controllare le e-mail entro le 22, mentre l’utilizzo della posta elettronica nel weekend continua a crescere: il 20% dei dipendenti attivi controlla la casella prima di mezzogiorno sia il sabato che la domenica, e oltre il 5% lo fa la domenica sera.
Non basta adottare l’AI: serve una mentalità da Frontier Firm
Il report sottolinea come adottare l’AI senza ripensare la gestione del tempo rischi solo di accelerare un sistema già inefficiente. Diventare una Frontier Firm significa invece sviluppare un nuovo mindset, che metta in discussione come viene speso il tempo, come si lavora e cosa genera davvero valore. Tre i punti chiave emersi dal Work Trend Index:
- Applicare la regola dell’80/20
Le aziende più efficaci concentrano l’attenzione su quel 20% di attività che produce l’80% dei risultati, utilizzando l’AI per snellire task a basso valore (come report di routine o riunioni di aggiornamento) e liberando tempo per attività ad alto impatto: decisioni rapide, lavoro concentrato e innovazione. - Introdurre il Work Chart
Le strutture organizzative tradizionali, basate su funzioni statiche, risultano rigide in un’era in cui le competenze possono essere integrate in tempo reale tramite agenti AI. Il Work Chart è un modello agile che riunisce team snelli intorno a obiettivi comuni, utilizzando l’AI per colmare le lacune e accelerare l’esecuzione. - Sviluppare la figura dell’Agent Boss
Sta emergendo un nuovo tipo di professionista: l’Agent Boss, capace di coordinare agenti AI per delegare attività di scarso valore, concentrandosi su ciò che genera un reale impatto. Un’evoluzione che trasforma la capacità individuale di guidare innovazione e performance.
In un contesto in continua evoluzione, una scuola di alta formazione ha il compito di formare manager e leader capaci di governare l’innovazione, ripensare i processi organizzativi e guidare con consapevolezza il cambiamento, contribuendo alla crescita sostenibile e competitiva delle imprese.
Umbria Business School propone la terza edizione della London Immersion, l’esperienza formativa internazionale che si terrà a Londra dal 18 al 21 novembre 2025, in collaborazione con la UCL School of Management, una delle prime dieci business school al mondo.
L’iniziativa è rivolta a imprenditori, amministratori, dirigenti e figure apicali d’azienda che desiderano acquisire strumenti concreti per affrontare le sfide della leadership contemporanea, con un focus strategico sull’intelligenza artificiale, oggi tra i principali fattori di trasformazione dei grandi trend globali.
Il programma prevede:
- Partecipazione al corso executive “Leadership in Action: Inspiring, Influencing, and Integrating Change in the Age of AI”, con rilascio di Certificate of Executive Education da parte di UCL School of Management.
- Incontro riservato con Ian Moulster Microsoft EMEA Partner Marketing (ed ex Chairman UK Microsoft), durante un pranzo ospitato presso Casa Cucinelli a Londra;
- Visita al Co-Innovation Lab di TATA Consultancy Services, per esplorare le più avanzate soluzioni AI per imprese e PMI;
- Panel e momenti di networking presso sedi di eccellenza, tra cui House of Parliament – Westminster e l’Istituto Italiano di Cultura a Londra.
La partecipazione, a pagamento, è interamente finanziabile tramite i Fondi Interprofessionali (Fondimpresa e Fondirigenti).
La London Immersion è a numero chiuso. Le adesioni sono aperte fino al 20 settembre 2025.
Scarica il programma completo!
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio al numero 075582741 o all’indirizzo e-mail formazione@umbriaschool.it.
Si è tenuto ieri, martedì 24 giugno 2025, nella bellissima location di Borgo degli Antichi Orti, ai piedi della Basilica di San Francesco di Assisi, il secondo incontro della community Alumni di Umbria Business School.
“Questa serata non nasce con l’intento di sviluppare competenze, ma di offrire un momento autentico di condivisione e relazione. Vogliamo creare un’esperienza che lasci un ricordo positivo e che meriti di essere condivisa. Il nostro impegno è generare valore: lo facciamo attraverso la nostra offerta formativa, unendo contenuti di qualità a luoghi significativi, come oggi qui ad Assisi. Speriamo che questa community continui a crescere e a rafforzare le connessioni tra chi ne fa parte.”, ha dichiarato durante i saluti iniziali, Riccardo Stefanelli Presidente di Umbria Business School.
Durante l’incontro sono intervenuti due ospiti d’eccezione, Cristiano Busco, Professore e Head of Global Engagement presso Luiss Business School, esperto di strategia e sostenibilità d’impresa e Leo Cisotta, General Manager di Italiacamp EMEA, responsabile del Dubai Hub for Made in Italy e Alumno Luiss, per approfondire il tema delle opportunità di business per le imprese umbre negli Emirati Arabi e nei paesi del Golfo.
Quest’ultimo che accompagna le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione ha condiviso esperienze e scenari sul business negli Emirati Arabi, sottolineando che negli Emirati Arabi operano già circa un migliaio di aziende italiane e come il Medio Oriente rappresenti oggi un mercato in forte crescita per le imprese del Made in Italy, con ampie opportunità nei settori dell’energia, dell’agroalimentare, meccatronica, tessile e beni di lusso come la gioielleria.
L’evento è proseguito nel giardino panoramico di Borgo degli Antichi Orti, con vista sulla Basilica, con un aperitivo di networking. Un momento informale ma ricco di valore, che, anche grazie alla partecipazione di numerosi imprenditori, manager e alumni, ha favorito il dialogo e lo scambio, rafforzando lo spirito di comunità e condivisione.
La serata è stata arricchita da una degustazione guidata a cura della Cantina Monte Vibiano e dal contributo del partner Fibraweb, che ha omaggiato i partecipanti con un’iconografia originale di Assisi, simbolo della città spirituale e tecnologicamente connessa grazie all’azienda. Un gesto simbolico che celebra il dialogo tra innovazione e valori umani, testimoniando l’impegno di Fibraweb nel sostenere il territorio umbro e i suoi luoghi più iconici.
Il 12 giugno 2025, nella straordinaria cornice della Casina Pio IV in Vaticano, sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, si è tenuta la terza edizione del Business Ethics Summit, dal titolo “Giocare col fuoco: sfruttare l’innovazione senza bruciare il futuro”.
Il Summit ha riunito una cinquantina di stakeholder italiani e internazionali: esponenti del mondo aziendale, venture capitalist, rappresentanti delle istituzioni, accademici e artisti. Al centro del confronto, un tema urgente e universale: come sviluppare l’innovazione tecnologica, in particolare l’intelligenza artificiale, in modo etico, nel rispetto della dignità umana e dell’ambiente.
Tra i protagonisti dell’evento anche Umbria Business School, rappresentata dal suo Advisor Giuseppe Cioffi. Nel suo intervento, Giuseppe Cioffi ha sottolineato come le rapide trasformazioni tecnologiche e sociali abbiano spinto la nostra Scuola a ridefinire il proprio ruolo: non solo luogo di sviluppo di competenze, ma infrastruttura etica capace di sostenere persone e organizzazioni verso un futuro giusto, inclusivo e sostenibile.
Al centro di questa visione, la Carta dei Valori della Scuola: non un manifesto, ma una scelta concreta e condivisa, radicata nella cultura e nella spiritualità dell’Umbria – una terra che, attraverso San Francesco, ci ricorda il valore della fraternità, della minorità e della cura del creato.
“Facciamo formazione come relazione, servizio e corresponsabilità. Promuoviamo un’innovazione che potenzia il valore umano, non lo sostituisce” – ha dichiarato, concludendo con un auspicio: che le business school del futuro formano non solo manager competenti, ma Custodi del Futuro, capaci di esercitare la leadership come atto di cura verso le persone, le organizzazioni e il mondo.
Con questa partecipazione, Umbria Business School conferma il proprio impegno a promuovere un’innovazione centrata sulla persona, capace di costruire fiducia, custodire il futuro e generare impatto positivo nelle comunità.
“Quando siamo circondati dall’incertezza, può essere allettante rallentare il processo decisionale e adottare un approccio attendista. Prendersi una pausa sembra offrirci il tempo necessario per raccogliere informazioni, testare idee e ottenere un quadro più chiaro prima di agire.
Ma cosa accade quando il mondo si muove così rapidamente che l’indecisione diventa un ostacolo? Quando un pensiero obsoleto e l’immobilismo si traducono in opportunità perse e perdita di slancio?
Queste sono le tensioni fondamentali che i leader organizzativi di tutto il mondo si trovano oggi ad affrontare.”
Con queste riflessioni si apre il nuovo report Human Capital Trends 2025 di Deloitte, che ogni anno analizza le principali tendenze globali del capitale umano. L’edizione di quest’anno mira ad aiutare i leader a trovare la giusta via di mezzo tra le tensioni e il giusto equilibrio per supportare sia i risultati aziendali che quelli umani.
Basato su un’indagine condotta su oltre 13.000 leader aziendali e professionisti HR in 93 Paesi, il rapporto approfondisce temi come il ruolo dell’Intelligenza Artificiale, l’evoluzione delle strategie organizzative e le scelte necessarie per valorizzare appieno il potenziale umano.
In un contesto dominato da incertezze globali, trasformazioni digitali e aspettative in continua evoluzione, è evidente la necessità di un ripensamento radicale del concetto di leadership. Ai leader viene richiesto di saper governare tensioni sistemiche che stanno ridisegnando il mondo del lavoro: dalla contrapposizione tra performance e benessere, all’equilibrio tra automazione e competenze umane, fino al bilanciamento tra flessibilità e stabilità, tensioni destinate non solo a perdurare, ma ad accentuarsi.
Le organizzazioni devono quindi rivedere profondamente il proprio modo di operare, affidandosi a leader capaci non tanto di risolvere le contraddizioni, quanto di integrarle nei processi in modo produttivo. Vediamo, dunque, quali sono secondo il report le azioni strategiche da adottare per affrontare questa nuova realtà.
- Abbracciare le contraddizioni e guidarle con consapevolezza
La leadership non può più basarsi su una gestione lineare dei problemi. I leader devono saper navigare un ambiente complesso e ambiguo, creando spazi per l’apprendimento continuo e flessibile. La capacità di gestire le tensioni strategiche diventa un vero e proprio vantaggio competitivo.
- Riorganizzare il lavoro favorendo collaborazione e competenze
Il 63% delle organizzazioni ha eliminato ruoli rigidi, ma il 71% dichiara che gestire team distribuiti resta una sfida. È necessario costruire team autonomi ma interconnessi, promuovendo una collaborazione trasversale e abbattendo le barriere gerarchiche per favorire sinergie orizzontali.
- Integrare l’automazione in modo complementare al capitale umano
Il 76% delle organizzazioni ha introdotto l’AI, ma molte faticano a renderla un vero potenziatore del lavoro umano. La sfida per i leader è sviluppare modelli di automazione che non sostituiscano, ma amplifichino le capacità umane, facilitando l’adattamento e l’innovazione.
- Costruire una cultura centrata sul benessere come leva strategica
Solo il 17% delle organizzazioni è riuscito a bilanciare performance e benessere. I leader devono creare ambienti inclusivi e realmente orientati alle persone, promuovendo una cultura che valorizzi i bisogni individuali e riconosca il capitale umano come motore del successo.
- Investire in formazione continua e nello sviluppo di competenze relazionali
In un mondo sempre più automatizzato, le competenze tecniche devono essere accompagnate da solide abilità relazionali. La leadership deve promuovere percorsi di apprendimento personalizzati e adattivi, focalizzati su comunicazione, collaborazione, gestione dei conflitti e leadership diffusa.
In sintesi, la leadership del 2025 non è quella che fornisce risposte certe, ma quella capace di vivere e gestire l’incertezza. È una leadership che crea le condizioni per far crescere le persone e adattare l’organizzazione a un mondo in continua evoluzione. Governare le tensioni, anziché evitarle, sarà ciò che differenzierà i leader davvero efficaci nel futuro prossimo.
Prenderà il via il 23 ottobre 2025 il nuovo corso di Umbria Business School “Comunicare da Leader: strategie per ispirare e motivare il team di lavoro”, una giornata formativa dedicata a manager, team leader e professionisti che desiderano rafforzare le proprie competenze comunicative e relazionali all’interno dei contesti aziendali.
Il corso, della durata di 8 ore, guiderà i partecipanti nell’esplorazione delle basi della comunicazione efficace e offrirà strumenti concreti per utilizzare una comunicazione capace di generare fiducia, rafforzare la collaborazione e stimolare la motivazione all’interno dei gruppi di lavoro. Durante la giornata verranno affrontati i principi fondamentali per comunicare in modo chiaro e coinvolgente, attraverso l’uso consapevole del linguaggio verbale e non verbale. I partecipanti apprenderanno come rendere i propri messaggi più incisivi, porre domande che orientano le conversazioni verso risultati concreti, ascoltare con autentica attenzione ed empatia, e come costruire relazioni professionali più solide anche attraverso il linguaggio del corpo.
A condurre il corso sarà Anna Tagliapietra, consulente e formatrice con un’ampia esperienza in marketing, comunicazione strategica e miglioramento dei processi aziendali secondo i principi Lean Six Sigma. Anna Tagliapietra collabora con grandi realtà industriali e PMI, ed è docente in ambiti quali public speaking, linguaggio del corpo tecniche di vendita e apprendimento efficace.
Durante il percorso formativo, ampio spazio sarà riservato alle esercitazioni pratiche, per favorire l’applicazione immediata degli strumenti appresi. I partecipanti saranno accompagnati in un lavoro di consapevolezza e sviluppo delle proprie capacità relazionali, con l’obiettivo di diventare leader più autorevoli, empatici ed efficaci nella gestione dei team.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Comunicare da Leader: il potere della narrazione e l’importanza dei feedback
Il potere della narrazione: raccontare storie che ispirano
Tutti amano le storie. Fin da bambini, la nostra mente è programmata per prestare attenzione a racconti che abbiano un inizio, uno svolgimento e una fine. Le storie ci coinvolgono a livello emotivo, ci aiutano a ricordare concetti e ci invitano all’azione. Per questo motivo, la narrazione è uno strumento potentissimo nella comunicazione di un leader.
Raccontare una storia non significa inventare favole. Significa saper valorizzare episodi reali, oppure esempi metaforici, per illustrare un punto di vista, per insegnare un principio di leadership o per ispirare il team a superare un ostacolo. Una storia ben costruita può condensare in pochi minuti un insegnamento che, altrimenti, richiederebbe pagine di spiegazione teorica.
Un leader che vuole motivare il team a investire tempo ed energia in un nuovo progetto potrebbe, per esempio, raccontare di come, in passato, una scommessa simile (magari in un’altra azienda o in un’esperienza precedente) abbia portato a grandi risultati. Oppure potrebbe narrare una situazione in cui l’innovazione è nata da una piccola idea di un collaboratore poco noto, a dimostrazione che “tutti possono contribuire se ci credono davvero”.
Le storie, inoltre, sono un veicolo di valori. Se desideri che il tuo team abbracci il valore della collaborazione, puoi raccontare un episodio in cui un progetto è andato a rotoli perché i membri si facevano la guerra tra loro, oppure descrivere come un gruppo coeso abbia ottenuto un successo inatteso grazie all’unione di competenze diverse. In entrambi i casi, attraverso il racconto, stai fissando un messaggio che va oltre le parole: stai mostrando l’importanza pratica del valore che vuoi trasmettere.
Dare e ricevere feedback: un circolo virtuoso
Uno degli strumenti più potenti nella comunicazione di leadership è la pratica del feedback. Dare feedback in modo efficace significa aiutare le persone a crescere, a prendere coscienza dei propri punti di forza e a correggere le debolezze. Ricevere feedback, invece, significa accettare di non essere infallibili e aprirsi alla possibilità di migliorare continuamente.
Spesso il feedback viene vissuto come una critica, quindi generatore di ansia o persino di risentimento. In realtà, un feedback ben formulato è sempre costruttivo: parte dall’osservazione di un comportamento specifico (“Ho notato che nella riunione di ieri hai risposto bruscamente a un collega”), descrive l’impatto di quel comportamento (“Questo ha creato tensione e ha spostato la conversazione su un piano personale”) e propone soluzioni o suggerimenti (“Potresti provare a riformulare la critica in modo più gentile e basato sui fatti”). In questo modo, la critica non è mai sulla persona, ma su un comportamento circoscritto.
D’altra parte, un leader dovrebbe anche cercare feedback dai propri collaboratori. Chiedere: “Come sto gestendo le riunioni? Vi sentite ascoltati? Cosa potrei fare per migliorare la comunicazione nel team?” è un atto di umiltà e, allo stesso tempo, di grande coraggio. Dimostra che il leader non si percepisce come un “oracolo” ma come una persona in cammino, desiderosa di apprendere e migliorare costantemente.
Un consiglio pratico: stabilisci momenti ricorrenti per il feedback, invece di lasciarlo emergere solo in situazioni di crisi. Può essere un breve confronto a fine settimana o un modulo fisso nelle review mensili, in cui ognuno riceve e fornisce feedback a tutto il gruppo. L’importante è costruire un clima in cui il feedback non venga vissuto come un processo punitivo, ma come una risorsa preziosa per crescere insieme.
Anna Tagliapietra è laureata in Comunicazione internazionale presso l’Università per Stranieri di Perugia, ed ha conseguito un Master in Marketing e Comunicazione di Impresa.
Ad oggi è consulente Lean Six Sigma e si occupa di consulenza e di formazione in marketing e comunicazione strategica presso realtà industriali grandi, ma anche per le PMI. È specializzata in Lean Office per il miglioramento dei processi aziendali e nell’applicazione della metodologia Lean Six Sigma ai processi transazionali. Inoltre, è docente di tecniche di apprendimento, lettura veloce, linguaggio del corpo, tecniche di vendita e public speaking.
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Il 7 e il 14 novembre 2025, presso il Centro Italiano Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia, si terrà l’edizione 2025 del corso “Tecniche Avanzate di Public Speaking con Media Training“, organizzato da Umbria Business School con l’esclusiva collaborazione della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo della RAI.
Il corso sarà guidato da Alberto Castelvecchi e Corinna Lo Castro, due professionisti con un’esperienza consolidata nel campo della comunicazione e della formazione. Alberto Castelvecchi è stato Consigliere per gli Affari Istituzionali del Presidente del Senato ed è attualmente membro del Comitato Scientifico della Fondazione Leonardo. Insegna Comunicazione Efficace e Public Speaking presso l’Università Luiss Guido Carli ed è Professore Aggiunto nella faculty della Luiss Business School, dove svolge da anni un’intensa attività di formazione nei Master e nei percorsi executive, collaborando con aziende di diversi settori. È inoltre coach di comunicazione strategica presso lo Stato Maggiore della Difesa, dove affianca figure apicali nella gestione della comunicazione istituzionale.
Corinna Lo Castro docente di dizione e prossemica presso la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo della RAI, nonché attrice e speaker di Rai Radio 3.
Il programma prevede due giornate di formazione intensiva, durante le quali verranno approfonditi vari aspetti della comunicazione: gestione del linguaggio verbale, uso efficace del linguaggio del corpo, modulazione della voce, tecniche per comunicare dati in modo chiaro e coinvolgente, utilizzo strategico delle immagini e interazione con i media.
Un elemento distintivo del corso è l’approccio altamente pratico. Le lezioni teoriche saranno accompagnate da esercitazioni nei moderni studi radiofonici e televisivi del Centro di Giornalismo di Perugia, permettendo ai partecipanti di applicare immediatamente quanto appreso in un contesto professionale e stimolante.
Il corso è a numero chiuso con posti limitati.
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Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio al numero 075582741 o all’indirizzo e-mail formazione@umbriaschool.it.
Umbria Business School attraverso Sistemi Formativi Confindustria Umbria (SFCU) organizza la seconda edizione del corso “AI e Customer Experience: creare esperienze digitali personalizzate, efficaci e misurabili” che si terrà il prossimo 27 giugno 2025 nell’ambito del progetto Umbria Digital Data (UDD) guidato da Confindustria Umbria.
La Customer Experience – ovvero l’esperienza complessiva vissuta dal cliente nel rapporto con il brand – può essere significativamente migliorata grazie all’intelligenza artificiale. L’AI consente di rispondere in tempo reale alle domande, riducendo i tempi di attesa e guidare il cliente nel percorso d’acquisto attraverso suggerimenti personalizzati basati sui suoi interessi o comportamenti.
Questo corso ha l’obiettivo di fornire strumenti pratici per migliorare la comunicazione digitale e rendere l’esperienza del cliente più efficace, usando al meglio dati, intelligenza artificiale e automazione. I partecipanti impareranno come coinvolgere meglio il proprio pubblico, aumentare le conversioni e fidelizzare i clienti.
Docente del corso sarà Robert Julian Smith, consulente internazionale di marketing digitale, docente presso LUISS Guido Carli e LUISS Business School, lavora con PMI e grandi aziende per integrare l’AI nelle strategie di comunicazione e vendita.
Il corso è pensato per professionisti del marketing e della comunicazione aziendale, imprenditori e manager che vogliono innovare la propria strategia digitale, responsabili commerciali e vendite, digital strategist, social media manager e chiunque voglia integrare l’AI nei processi aziendali per migliorare la relazione con i clienti.
Le adesioni saranno accettate in base all’ordine di iscrizione al portale https://confindustriaumbria-landing.dp365.it/. Per iscriversi, alla voce “selezionare il partner che erogherà il servizio richiesto” indicare “SFCU”, e alla voce “selezionare i servizi richiesti” indicare “8 – formazione collettiva a catalogo o su misura, fino a 24 ore”.
Lo staff di SFCU è a disposizione delle aziende per aiutarle a svolgere tutte le attività legate all’iscrizione al portale.
A questo link è possibile scaricare la brochure completa del corso con tutti i dettagli.
Per tutte le informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; e-mail formazione@sfcu.it.
Come si costruisce un ambiente di lavoro dove le persone si sentano libere di esprimersi, dove anche il conflitto diventa un’opportunità e la collaborazione crea senso di appartenenza?
È questo il cuore del corso “Fabbricare fiducia. Un nuovo approccio alla relazione nelle organizzazioni”, promosso dalla nostra Scuola e in programma il 7 ottobre 2025, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
Pensato per chi vuole rendere il proprio ambiente di lavoro più aperto, partecipativo e coeso, il corso fornisce strumenti pratici per rafforzare la fiducia nei team e migliorare l’efficacia organizzativa.
Il percorso si basa sul Metodo Rondine, un approccio riconosciuto a livello internazionale che aiuta a trasformare i conflitti in occasioni di dialogo e collaborazione. Il metodo nasce dall’esperienza di Rondine Cittadella della Pace, una realtà che da anni forma leader capaci di costruire relazioni sane e durature.
A guidare la giornata sarà Stefano Isacchi, Direttore Generale di Rondine, con oltre 30 anni di esperienza in risorse umane e sviluppo organizzativo.
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Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Umbria Business School attraverso Sistemi Formativi Confindustria Umbria (SFCU) organizza la seconda edizione del corso “Intelligenza Artificiale per il Marketing: soluzioni pratiche per le PMI” che si terrà il prossimo 11 giugno nell’ambito del progetto Umbria Digital Data (UDD) guidato da Confindustria Umbria.
Il corso, della durata di 8 ore, fornirà competenze pratiche per sfruttare l’intelligenza artificiale nel marketing, permettendo di automatizzare processi e creare contenuti di qualità in modo più efficace. L’approccio operativo consentirà un’applicazione immediata delle conoscenze acquisite, ottimizzando le attività aziendali con soluzioni innovative e data-driven.
Il docente sarà Robert Julian Smith, consulente di marketing con un’ampia esperienza internazionale nell’implementazione di strategie digitali basate sull’AI. Docente presso l’Università LUISS Guido Carli e la LUISS Business School, collabora con PMI e aziende internazionali per favorirne l’espansione e l’adozione di tecnologie avanzate.
Il corso è rivolto ad operatori del marketing e della comunicazione, manager, imprenditori, responsabili commerciali e vendite, digital strategist e social media manager, nonché a chiunque voglia integrare l’AI nei propri processi aziendali.
Le adesioni saranno accettate in base all’ordine di iscrizione al portale https://confindustriaumbria-landing.dp365.it/ . Per iscriversi, alla voce “selezionare il partner che erogherà il servizio richiesto” indicare “SFCU”, e alla voce “selezionare i servizi richiesti” indicare “8 – formazione collettiva a catalogo o su misura, fino a 24 ore”.
Lo staff di Umbria Business School e SFCU è a disposizione delle aziende per aiutarle a svolgere tutte le attività legate all’iscrizione al portale.
A questo link è possibile scaricare la brochure completa del corso con i dettagli.
Per tutte le informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; e-mail formazione@sfcu.it.
L’Habitat della Fiducia: il valore del conflitto nelle organizzazioni, a cura di Stefano Isacchi
In un mondo del lavoro sempre più complesso e interconnesso, il concetto di fiducia emerge come elemento centrale per costruire ambienti organizzativi sani e produttivi. Ma la fiducia non si genera spontaneamente, non è qualcosa di scontato: richiede tempo e impegno, si costruisce, si alimenta e, soprattutto, si mette alla prova nei momenti di difficoltà e conflitto. È proprio qui che nasce l’idea di un vero e proprio “habitat della fiducia“, uno spazio terzo rispetto alle persone che si relazionano, in cui il confronto e il dissenso non sono elementi distruttivi, ma fonti di crescita e innovazione.
Il conflitto è spesso visto come un problema da evitare, eppure rappresenta una componente naturale di ogni relazione e organizzazione. Differenze di opinioni, obiettivi divergenti e tensioni tra team fanno parte della quotidianità aziendale. Tuttavia, quando il conflitto è affrontato in modo costruttivo, diventa una leva strategica per stimolare la creatività, rafforzare le relazioni e migliorare la performance complessiva.
I leader aziendali hanno una responsabilità cruciale nel creare ambienti in cui la fiducia possa prosperare. Questo significa adottare un approccio che valorizzi il dialogo aperto, promuova la trasparenza e incoraggi una cultura del feedback continuo. Le organizzazioni devono sviluppare spazi in cui i collaboratori si sentano liberi di esprimere opinioni e critiche senza il timore di ripercussioni negative.
Un esempio concreto di questa visione è il Metodo Rondine, che considera la relazione e il conflitto come due facce della stessa medaglia. Attraverso un ambiente di relazione autentico, le aziende possono favorire la costruzione di un patto di fiducia duraturo tra colleghi, manager e stakeholder, creando una rete di supporto reciproco simile a quella dei trapezisti: solo lasciando la sicurezza della barra e fidandosi dell’altro è possibile realizzare evoluzioni straordinarie.
L’habitat della fiducia non è un luogo fisico, ma una mentalità che deve permeare ogni aspetto della vita personale e professionale. La fiducia non è un atto di cieca sicurezza nell’altro, ma una scelta consapevole di credere nella possibilità di comprendersi e di trovare un punto d’incontro, nonostante le differenze. Le aziende che riescono a integrare la fiducia nelle loro dinamiche interne costruiscono team più coesi, resilienti e motivati, capaci di affrontare le sfide con spirito di collaborazione.
In un’epoca caratterizzata da una crescente diffidenza, il successo non sarà più determinato solo dalla qualità dei prodotti o servizi offerti, ma dalla capacità di creare e mantenere relazioni di fiducia all’interno e all’esterno dell’organizzazione. È in questo spazio di relazione e confronto che nascono i legami più solidi e le esperienze più significative.
Stefano Isacchi. Con oltre 30 anni di esperienza nella gestione delle risorse umane e nello sviluppo organizzativo, ha ricoperto ruoli di leadership come HR Manager ed Education Manager in organizzazioni profit di diverse dimensioni e settori.
Dal 2019 è Direttore Generale di Rondine Cittadella della Pace, un’organizzazione riconosciuta a livello internazionale per il suo approccio innovativo alla gestione dei conflitti, il Metodo Rondine. Questo metodo si concentra sulla costruzione di fiducia e relazioni autentiche attraverso un mix di educazione, formazione e ricerca. Rondine forma nuove generazioni di leader capaci di promuovere dialogo, convivenza pacifica e collaborazione internazionale, creando un impatto concreto nella trasformazione dei conflitti e nel miglioramento delle relazioni organizzative e sociali.
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