In occasione del ponte del 1° maggio, i nostri uffici resteranno chiusi dall’1 al 2 maggio 2025 inclusi. Le attività riprenderanno regolarmente lunedì 5 maggio. Grazie per l’attenzione.
Lo staff
Intervista ad Alessandro Bussotti, Coordinatore della comunità manageriale HSE di Confindustria Umbria.
In occasione della Giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro 2025 abbiamo intervistato Alessandro Bussotti, Coordinatore della comunità manageriale HSE di Confindustria Umbria, per fare il punto sull’evoluzione del ruolo dell’RSPP, sulle principali sfide attuali e future nel mondo della sicurezza sul lavoro e sull’importanza fondamentale della formazione di qualità per la prevenzione degli infortuni.
In che modo è cambiato il ruolo dell’RSPP negli ultimi anni? Come vedi evolvere il mondo della sicurezza nel prossimo futuro?
Negli ultimi decenni il ruolo di RSPP si è modellato intorno alle nuove esigenze in tema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le innovazioni tecnologiche come la robotica e l’automazione, la sempre più cospicua presenza di personale che non parla l’italiano e adotta metodi di lavoro poco comuni, ha determinato una necessaria spinta verso la professionalizzazione del RSPP. Gli ambiti di maggior rilievo sono stati certamente quelli legati alla formazione del personale e alla comunicazione della sicurezza. L’RSPP, al giorno d’oggi, non può esimersi dall’avere conoscenze di psicologia generale e anche legate alla comunicazione.
La sicurezza è anche relazione umana efficace.
Nei prossimi anni questi aspetti saranno sempre più importanti e l’arrivo della I.A. ci costringerà a supportare le organizzazioni per la rimodulazione dei processi di lavoro. Aggiungo anche che tutte le organizzazioni si troveranno ad affrontare il grande tema dell’invecchiamento della popolazione lavorativa. L’RSPP avrà l’arduo compito di tenere la prevenzione intrinsecamente legata a tutti gli aspetti della governance aziendale.
Quali sono oggi le principali sfide per chi si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro?
La principale sfida è certamente quella del trasferimento ai quadri intermedi e ai lavoratori di tutti quei concetti legati alla sicurezza sul lavoro. Il primo e più fondamentale concetto è certamente quello dell’inestricabile legame tra sicurezza e generazione di valore. Questo è un legame non sono inestricabile ma anche direttamente proporzionale.
Le nuove tecnologie cambiano il modo di lavorare e monitorare il lavoro. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa evoluzione, da un punto di vista della sicurezza sul lavoro?
L’utilizzo delle nuove tecnologie porta con sé la riduzione dell’usura del corpo e permette ai lavoratori di produrre stando lontani dalle fonti di rischio. Aggiungo anche le grandi capacità di controllo dei rischi che hanno l’I.A. e la sensoristica di controllo sempre più sofisticata. Un esempio su tutti: le tecnologie di identificazione degli ostacoli che equipaggiano i mezzi industriali sono oggi degli strumenti molto utili ad evitare gli incidenti. Personalmente non vedo svantaggi rilevanti rispetto alle nuove tecnologie. Almeno per il momento.
Qual è l’errore più comune che le aziende commettono rispetto alla sicurezza?
Non capire che la prevenzione ben inserita in un’azienda è prodromica alla generazione di valore. Mi ripeto, ma credo che questo sia il problema maggiore. Ancora, purtroppo, la salute e la sicurezza sul lavoro sono considerate degli ostacoli alla gestione dei processi aziendali.
Per la tua esperienza, quanta importanza ha avuto la formazione di qualità, nella prevenzione degli infortuni, rispetto ad altre misure (es. DPI, procedure, …)?
La formazione di qualità, cioè quella che riesce a stimolare la consapevolezza dei lavoratori e dei quadri aziendali, vale molto di più di ogni procedura o DPI. È il lavoratore che, in ultima istanza, deve comprendere il senso e i principi del lavoro in sicurezza.
Cosa rende davvero efficace un percorso formativo sulla sicurezza?
L’addestramento sul campo, esempi concreti, esercizi, dati, testimonianze.
Immaginiamo di far comprendere durante una formazione cosa accade al corpo dopo una caduta dall’alto da 6mt di altezza, ad esempio.
Cosa significa per te “lavorare in sicurezza”?
Posso dire che lavorare in sicurezza significa essere liberi. Liberi dal rischio di rovinare permanente la propria vita o quella altrui e anche libertà dal rischio di distruggere un’azienda.
Il corso si terrà giovedì 18 settembre 2025 presso la sede di Confindustria Umbria
Nel panorama odierno, caratterizzato da incertezze geopolitiche, trasformazioni tecnologiche accelerate e una crescente complessità dei mercati, l’adattabilità non è più un’opzione: è una competenza strategica. Le organizzazioni che riescono a innovare i propri modelli operativi e culturali conquistano un vantaggio competitivo reale e duraturo.
L’innovazione, tuttavia, non è solo il frutto di nuove tecnologie, ma è un modo di pensare, un’attitudine che consente ai manager di rispondere con agilità alle sfide e alle opportunità emergenti.
Questo percorso formativo è progettato per team leader, responsabili dell’innovazione e imprenditori che intendono rafforzare la propria capacità di generare idee nuove, superare i blocchi cognitivi e tradurre la creatività in risultati concreti. Attraverso laboratori esperienziali e approcci strutturati, i partecipanti apprenderanno come stimolare il pensiero laterale, favorire la collaborazione trasversale, esplorare scenari futuri e incorporare la creatività nei processi decisionali.
Il corso punta a offrire strumenti pratici per superare le rigidità organizzative, promuovere la sperimentazione e costruire ambienti di lavoro capaci di valorizzare la diversità di pensiero. I partecipanti svilupperanno competenze utili per rendere i processi aziendali più agili, coinvolgere stakeholder interni ed esterni e adottare metodologie di innovazione collaborativa.
Il corso sarà guidato da Simone Budini, socio fondatore e Responsabile d’impatto di Humanistic ESG, docente e project leader del CeSID della Luiss Business School, e docente dei Lab su Business Ethics, CSR e Sustainability.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Umbria Business School attraverso Sistemi Formativi Confindustria Umbria (SFCU) organizza il corso “AI e Customer Experience: creare esperienze digitali personalizzate, efficaci e misurabili”, in programma venerdì 23 maggio 2025 a Perugia, presso la sede di Confindustria Umbria.
La Customer Experience – ovvero l’esperienza complessiva vissuta dal cliente nel rapporto con il brand – può essere significativamente migliorata grazie all’intelligenza artificiale. L’AI consente di rispondere in tempo reale alle domande, riducendo i tempi di attesa e guidare il cliente nel percorso d’acquisto attraverso suggerimenti personalizzati basati sui suoi interessi o comportamenti.
Questo corso ha l’obiettivo di fornire strumenti pratici per migliorare la comunicazione digitale e rendere l’esperienza del cliente più efficace, usando al meglio dati, intelligenza artificiale e automazione. I partecipanti impareranno come coinvolgere meglio il proprio pubblico, aumentare le conversioni e fidelizzare i clienti.
Docente del corso sarà Robert Julian Smith, consulente internazionale di marketing digitale, docente presso LUISS Guido Carli e LUISS Business School, lavora con PMI e grandi aziende per integrare l’AI nelle strategie di comunicazione e vendita.
Il corso è pensato per professionisti del marketing e della comunicazione aziendale, imprenditori e manager che vogliono innovare la propria strategia digitale, responsabili commerciali e vendite, digital strategist, social media manager e chiunque voglia integrare l’AI nei processi aziendali per migliorare la relazione con i clienti.
Le adesioni saranno accettate in base all’ordine di iscrizione al portale https://confindustriaumbria-landing.dp365.it/. Per iscriversi, alla voce “selezionare il partner che erogherà il servizio richiesto” indicare “SFCU”, e alla voce “selezionare i servizi richiesti” indicare “8 – formazione collettiva a catalogo o su misura, fino a 24 ore”.
Lo staff di SFCU è a disposizione delle aziende per aiutarle a svolgere tutte le attività legate all’iscrizione al portale.
A questo link è possibile scaricare la brochure completa del corso con tutti i dettagli.
Per tutte le informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; e-mail formazione@sfcu.it.
London Immersion 2025: competenze e visione per guidare imprese e organizzazioni nel contesto globale che cambia.
In un’epoca segnata da crescente incertezza geopolitica, tensioni commerciali globali e rapidi cambiamenti tecnologici la capacità di anticipare e guidare scenari complessi e in rapida evoluzione è diventata essenziale per leader e decision-maker.
È in questo contesto che nasce la terza edizione della London Immersion, il programma formativo di eccellenza promosso dalla nostra Scuola in collaborazione con la UCL School of Management, uno dei migliori atenei al mondo, in programma dal 18 al 21 novembre 2025.
La London Immersion offre a imprenditori, manager e professionisti l’opportunità di:
- comprendere i macro-trend globali: attraverso panel di discussione con esperti di fama mondiale;
- visitare aziende all’avanguardia e centri di innovazione: per toccare con mano le applicazioni pratiche delle più recenti innovazioni;
- formazione executive di alto livello: frequentare il corso executive “Leadership in Action: Inspiring, Influencing, and Integrating Change in the Age of AI”,presso la UCL School of Management e ricevere un “Certificate of Executive Education” dall’ateneo londinese.
La London Immersion rappresenta un’occasione unica per chi desidera adattarsi rapidamente ai cambiamenti in atto e prendere decisioni informate per mantenere la competitività nel mercato globale.
L’iniziativa è finanziabile con i Fondi interprofessionali (Fondirigenti e Fondimpresa).
I posti sono limitati. Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio al numero 075582741 o all’indirizzo e-mail formazione@umbriaschool.it.
Perché la comunicazione è tutto (o quasi)
Immagina questa scena: il responsabile di un team entra in ufficio, pronto a condividere con i collaboratori un nuovo progetto. Ha un piano in mente, alcune idee su come realizzarlo e un sacco di entusiasmo. Eppure, quando inizia a parlare, nota sguardi perplessi o assenti. Qualcuno sbuffa, qualcun altro continua a guardare il cellulare. Al termine dell’incontro, si rende conto che quasi nessuno ha colto davvero il senso di ciò che voleva trasmettere. Che cosa è andato storto?
La risposta è piuttosto semplice: la comunicazione. Questo elemento, spesso dato per scontato, è in realtà uno dei pilastri fondamentali per qualunque leader che desideri ispirare e motivare il proprio team. Non stiamo parlando solo di “passare delle informazioni”, ma di creare un canale emotivo e strategico attraverso il quale le persone possano sentirsi coinvolte, ascoltate e, di conseguenza, spinte ad agire in modo propositivo.
Essere leader, infatti, non significa soltanto avere un bel titolo sul biglietto da visita o disporre di un ufficio più grande. Significa saper guidare, e guidare significa necessariamente comunicare: dare una direzione chiara, alimentare la motivazione e costruire un clima di fiducia. Se la comunicazione fallisce, tutto il resto si sgretola: gli obiettivi diventano confusi, i collaboratori non si sentono responsabilizzati e le performance complessive calano.
Nelle pagine che seguono (e nei prossimi approfondimenti), esploreremo in profondità i diversi aspetti della comunicazione per un leader di successo. Vedremo come coltivare la capacità di ascolto attivo, come creare messaggi di forte impatto, come gestire la componente emotiva nei team e come trasformare la comunicazione in un vero e proprio strumento per moltiplicare il potenziale delle persone. Perché, che tu abbia a che fare con un piccolo gruppo di lavoro o con un’intera organizzazione, i principi base restano gli stessi: la comunicazione è il motore che accende la scintilla della leadership.
Prima di addentrarci nei consigli e nelle strategie pratiche, è importante tenere a mente due concetti chiave. Il primo: comunicare non è solo parlare, ma anche – e soprattutto – saper ascoltare. Il secondo: la comunicazione di un leader non è mai neutra. Ha il potere di accendere entusiasmo o di spegnere ogni passione. Di creare un senso di appartenenza o di generare frustrazione. La buona notizia? Possiamo allenarci, migliorare e scoprire che comunicare meglio, in fondo, significa anche diventare persone migliori.
Il ruolo della comunicazione nella leadership: oltre le parole
Quando pensiamo alla parola “comunicazione”, spesso ci immaginiamo semplicemente lo scambio di battute tra due o più persone. In realtà, la comunicazione è molto di più: include il linguaggio non verbale (gesti, espressioni facciali, postura), il tono di voce, la capacità di ascoltare in profondità e di interpretare ciò che l’altro ci sta trasmettendo.
Per un leader, la comunicazione rappresenta il ponte tra la visione strategica e l’azione concreta del team. Se non c’è chiarezza su dove si vuole andare, chi fa cosa e perché, i collaboratori si perdono in una marea di dubbi e di mezze informazioni. E una visione interessante o un obiettivo ambizioso possono restare lettera morta, perché manca la traduzione in messaggi comprensibili e coinvolgenti.
Pensiamo, ad esempio, a un’azienda che vuole lanciare un nuovo prodotto in tempi record. Il leader ha un’idea precisa in testa, sa che il mercato è maturo, ma non investe abbastanza tempo nello spiegare al team quali siano i passi da compiere e che ruolo strategico ciascuno riveste all’interno del progetto. Il risultato è una confusione generalizzata, in cui alcuni collaboratori procedono per ipotesi, altri attendono istruzioni più precise (che non arrivano), e altri ancora – pur di sentirsi utili – iniziano a occuparsi di attività magari inutili o addirittura controproducenti per la buona riuscita del lancio. Tutto ciò si traduce in rallentamenti, frustrazioni e, inevitabilmente, in un prodotto che esce tardi o con caratteristiche non adeguate alle esigenze del mercato.
Al contrario, un leader che sa comunicare in modo efficace organizza un breve incontro iniziale in cui spiega, con parole chiare e un tono appassionato, l’obiettivo finale (“Vogliamo conquistare il 10% di market share in sei mesi!”), la motivazione (“Il mercato è pronto e possiamo davvero distinguerci con le nostre competenze!”) e le azioni concrete (“Luca curerà la parte di user research, Marta gestirà il product design, Marco si occuperà dei contatti con i primi clienti pilota…”). Questa comunicazione chiara dà forma a un quadro complessivo in cui tutti si sentono importanti e orientati verso il medesimo traguardo.
Non dimentichiamo inoltre che la comunicazione di un leader deve avere un elemento emotivo. Le persone non si motivano soltanto perché “è giusto farlo” o perché “qualcuno lo ha deciso”, ma perché si sentono coinvolte e riescono a collegare le loro aspirazioni individuali con un obiettivo comune. Un buon comunicatore sa toccare corde profonde, facendo leva su valori, sfide personali e desiderio di crescere. E in un contesto aziendale, questo può fare la differenza tra un team che lavora “perché deve” e un team che lavora “perché ci crede”.
Anna Tagliapietra è laureata in Comunicazione internazionale presso l’Università per Stranieri di Perugia, ed ha conseguito un Master in Marketing e Comunicazione di Impresa.
Ad oggi è consulente Lean Six Sigma e si occupa di consulenza e di formazione in marketing e comunicazione strategica presso realtà industriali grandi, ma anche per le PMI. È specializzata in Lean Office per il miglioramento dei processi aziendali e nell’applicazione della metodologia Lean Six Sigma ai processi transazionali. Inoltre, è docente di tecniche di apprendimento, lettura veloce, linguaggio del corpo, tecniche di vendita e public speaking.
Per scoprire di più sui prossimi corsi tenuti dalla docente vai qui!
Il corso “Dal Costing al Pricing: strumenti per la gestione del prezzo e del margine” ha raggiunto il numero massimo di iscritti. Non sono più disponibili posti. Grazie per l’interesse!
Per tutte le informazioni sui nuovi corsi è possibile visitare questa pagina
È stato pubblicato l’avviso 1/2025 di Fondirigenti “Competenze per il cambiamento: guidare aziende e persone nei nuovi scenari competitivi”. L’Avviso finanzia piani formativi aziendali volti a supportare lo sviluppo delle competenze manageriali necessarie per affrontare le sfide dei nuovi scenari competitivi, in 4 ambiti:
- Cambiamenti dei mercati
- Innovazione tecnologica e digitale
- Nuovi paradigmi della sostenibilità
- Gestione attiva del capitale umano
L’avviso prevede per ogni azienda aderente la possibilità di ottenere un finanziamento massimo di € 12.500,00.
Le attività formative potranno svolgersi presumibilmente tra agosto 2025 e marzo 2026.
Umbria Business School propone alcuni percorsi formativi, che includono la possibilità di partecipare gratuitamente ad iniziative della Scuola. In particolare, sarà possibile partecipare alla London Immersion: l’esperienza formativa autunnale di quattro giorni, nata dalla collaborazione tra Umbria Business School e la UCL School of Management, il prestigioso ateneo Londinese nella top10 mondiale.
Umbria Business School e SFCU sono da subito a disposizione per assistere le aziende in tutte le fasi di realizzazione del piano: dalla raccolta ed analisi delle esigenze formative alla progettazione di percorsi personalizzati.
Le aziende potranno segnalarci il loro interesse ad aderire all’iniziativa entro il 11/04/2025.
Scarica la presentazione dell’Avviso e le nostre proposte formative!
Per tutte le informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; e-mail formazione@sfcu.it.
Il corso si terrà il 10 Aprile 2025 a partire dalle ore 9.00 fino alle 18.00 presso la sede di Confindustria Umbria
Umbria Business School attraverso Sistemi Formativi Confindustria Umbria (SFCU) propone il corso “Intelligenza Artificiale per il Marketing: soluzioni pratiche per le PMI” organizzato nell’ambito del progetto Umbria Digital Data (UDD) guidato da Confindustria Umbria, di cui SFCU è partner.
Il corso, della durata di 8 ore, che si terrà il prossimo 10 aprile, fornirà competenze pratiche per sfruttare l’intelligenza artificiale nel marketing, permettendo di automatizzare processi e creare contenuti di qualità in modo più efficace. L’approccio operativo consentirà un’applicazione immediata delle conoscenze acquisite, ottimizzando le attività aziendali con soluzioni innovative e data-driven.
Il docente sarà Robert Julian Smith, consulente di marketing con un’ampia esperienza internazionale nell’implementazione di strategie digitali basate sull’AI. Docente presso l’Università LUISS Guido Carli e la LUISS Business School, collabora con PMI e aziende internazionali per favorirne l’espansione e l’adozione di tecnologie avanzate.
Il corso è rivolto ad operatori del marketing e della comunicazione, manager, imprenditori, responsabili commerciali e vendite, digital strategist e social media manager, nonché a chiunque voglia integrare l’AI nei propri processi aziendali.
Le adesioni saranno accettate in base all’ordine di iscrizione al portale https://confindustriaumbria-landing.dp365.it/ . Per iscriversi, alla voce “selezionare il partner che erogherà il servizio richiesto” indicare “SFCU”, e alla voce “selezionare i servizi richiesti” indicare “8 – formazione collettiva a catalogo o su misura, fino a 24 ore”.
Lo staff di SFCU e Umbria Business School è a disposizione delle aziende per aiutarle a svolgere tutte le attività legate all’iscrizione al portale.
A questo link è possibile scaricare la brochure completa del corso con tutti i dettagli.
Per tutte le informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; e-mail formazione@sfcu.it.
Innovare con creatività: metodi, strumenti e strategie.
A cura di Simone Budini
Oggi più che mai, la capacità di innovare rappresenta il principale vantaggio competitivo per le aziende. L’innovazione non è solo una questione di tecnologia o di nuovi prodotti: è un modo di pensare, un’attitudine che consente alle imprese di rispondere con agilità alle sfide e alle opportunità emergenti. In un contesto sempre più dinamico e incerto, sviluppare un approccio creativo è fondamentale per rimanere rilevanti e generare valore sostenibile.
Ci sono vari approcci per sviluppare questa attitudine che Edward de Bono chiamava “pensiero laterale”, vale a dire una metodologia che consente di affrontare problemi complessi esplorando soluzioni alternative e fuori dagli schemi. Mentre il pensiero logico tradizionale segue un percorso lineare e analitico, il pensiero laterale favorisce connessioni inaspettate e approcci innovativi. Esistono varie tecniche per sviluppare il pensiero laterale: la provocazione e il cambiamento di prospettiva: (mettere in discussione le assunzioni di base per esplorare nuove possibilità); l’uso delle analogie (confrontare situazioni apparentemente non correlate per generare nuove intuizioni); l’inversione (ribaltare la prospettiva di un problema per scoprire soluzioni impensabili).
Scopo di queste tecniche è la generazione di idee inedite. Anche questa non è mera creatività destrutturata, ma un processo cruciale per ogni azienda che desidera innovare. Non si tratta solo di avere intuizioni brillanti, ma di costruire un ambiente in cui le idee possano nascere, essere sviluppate e trasformate in soluzioni concrete. Tra le metodologie più efficaci per la generazione di idee troviamo il brainstorming strutturato (sessioni mirate in cui i partecipanti propongono idee senza filtri, favorendo la creatività collettiva), il brainwriting (una variante del brainstorming in cui le idee vengono scritte prima di essere discusse, per ridurre l’influenza delle dinamiche di gruppo), lo SCAMPER (un metodo che aiuta a generare nuove idee modificando elementi esistenti, attraverso operazioni come sostituire, combinare, adattare, modificare, eliminare e riordinare), o i famosi “Sei Cappelli per pensare” proprio di De Bono (uno strumento per esplorare un problema da diverse prospettive cognitive, stimolando un pensiero più ricco e sfaccettato).
Un modo particolare per affrontare le sfide in modo innovativo, soprattutto in un mondo caratterizzato da rapidi cambiamenti come il nostro, l’esercizio di futuro (futures thinking) è una disciplina interessante per le aziende che vogliono anticipare i trend emergenti e prepararsi in modo proattivo alle sfide che verranno. Il futures thinking non è una previsione esatta del futuro, ma un metodo per esplorare scenari alternativi. Per questo esercizio si seguire varie vie: l’horizon scanning (identificare segnali deboli di cambiamento per cogliere le tendenze emergenti); lo scenario planning (costruire possibili scenari futuri per valutare strategie e piani di azione adeguati); il reverse engineering del futuro (partire da un possibile futuro desiderato e risalire alle azioni necessarie per realizzarlo); il backcasting (analizzare quali decisioni presenti possono influenzare positivamente il futuro).
Al di là di quale sia la metodologia che si preferisce, il punto è adottare un approccio creativo e innovativo non più come prerogativa delle startup o delle aziende tecnologiche, ma come necessità per qualsiasi impresa che voglia prosperare in un mondo in continua evoluzione. I manager e i leader aziendali devono sviluppare competenze trasversali che includano il pensiero laterale, la capacità di generare idee e la visione strategica sul futuro.
Un’organizzazione innovativa crea un ambiente di lavoro che stimoli la creatività, favorendo la diversità di pensiero e la sperimentazione; sviluppa processi aziendali flessibili, in grado di adattarsi rapidamente a nuove idee e opportunità; adotta strumenti di innovazione collaborativa, coinvolgendo team multidisciplinari e stakeholder esterni nel processo creativo; integra il futuro nel processo decisionale, utilizzando metodologie di foresight per anticipare i cambiamenti.
L’abilità di un’impresa di reinventarsi costantemente non dipende solo dalle risorse a disposizione, ma dalla mentalità che adotta. L’innovazione non è un evento isolato, ma un processo continuo che richiede curiosità, coraggio e apertura al cambiamento. Il futuro appartiene a chi sa immaginarlo e costruirlo con creatività e visione strategica.
Simone Budini è Socio fondatore e Responsabile d’impatto di Humanistic ESG società benefit; Project Leader del CeSID (Centro su Sostenibilità, Inclusione e Digitalizzazione) della Luiss Business School, e docente di Umbria Business School. Co-manager di SDNS Italia, la principale rete delle Nazioni Unite in materia di ricerca per la Sostenibilità. È membro del CTS di NeXT (Nuova Economia X Tutti) e board member dell’International Humanistic Management Association.
Per scoprire di più sui prossimi corsi tenuti dal docente vai qui!
Sono aperte le iscrizioni al corso Finance for non finance manager, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia.
Il corso che ha l’obiettivo di fornire ai manager, anche privi di specifica formazione finanziaria, le conoscenze di base e gli strumenti pratici per comprendere e utilizzare i principi fondamentali della finanza aziendale, e dell’analisi di bilancio, inizierà il 14 maggio presso la sede di Confindustria Umbria.
Docente del percorso sarà Simone Terzani che è Professore Associato di Economia Aziendale presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia dove insegna Ragioneria Generale ed Applicata, e Consolidated Financial Statements e dal 2008 collabora con la Luiss Business School nell’ambito dei programmi di formazione post-laurea sulle tematiche contabili e di programmazione e controllo di gestione.
Per maggiori informazioni sul percorso è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it
Nel corso del primo incontro sono intervenuti esperti di livello nazionale e internazionale tra cui Paolo Taticchi e Franco Bertoli.
Umbria Business School ha presentato la UBS Alumni Community, un network esclusivo dedicato agli ex partecipanti ai corsi di UBS. L’obiettivo è creare un ambiente dinamico di confronto, condivisione di conoscenze e sviluppo di relazioni professionali di alto livello.
La presentazione è avvenuta alle Cantine Briziarelli di Bevagna, in occasione dell’evento Talks & Connections, che ha segnato il primo incontro della comunità.
Dal 2018, Sistemi Formativi Confindustria Umbria ha formato oltre 35.000 partecipanti attraverso i percorsi di Umbria Business School, l’offerta formativa a catalogo e i programmi su misura realizzati direttamente nelle aziende. Ha inoltre collaborato con più di 1.400 imprese, consolidando il suo ruolo di punto di riferimento per la formazione manageriale e lo sviluppo di competenze strategiche.
L’evento ha ospitato esperti di livello internazionale, tra cui Paolo Taticchi, Professore di strategia aziendale e sostenibilità d’impresa, Vicepreside dell’University College London e Co-Direttore del Centre for Sustainable Business della business school inglese. Riconosciuto tra i pensatori di management più influenti al mondo, il Financial Times ha recentemente annoverato il suo progetto sulla valutazione dell’impatto sociale tra le ricerche più rilevanti a livello globale.
Advisor di Umbria Business School sin dalla sua nascita, Taticchi ha evidenziato nel suo intervento come la sostenibilità, se integrata con una visione strategica, possa diventare un potente motore di crescita e competitività per le imprese.
A seguire, Franco Bertoli, mental coach, formatore, dirigente sportivo ed ex capitano della Nazionale Italiana di Pallavolo, ha approfondito i temi della motivazione, dell’energia e del miglioramento delle performance. Bertoli è docente dei corsi UBS Performance Sostenibile, realizzato in collaborazione con il Bosco di San Francesco (FAI), e Change Management: energie e strategie vincenti, in programma il prossimo 29 settembre in collaborazione con la Bologna Business School.
L’evento ha ospitato anche un intervento da New York di Francesca Boccolini, membro dell’Advisory Board di UBS e attualmente responsabile delle strategie di crescita e sviluppo di nuovi segmenti di business per Uber, la più grande piattaforma di mobilità al mondo. Giuseppe Cioffi, Advisor di UBS e dirigente industriale con oltre 30 anni di esperienza in ruoli apicali di multinazionali italiane ed estere, ha invece illustrato gli obiettivi e le opportunità offerte dalla nuova community.
Un momento speciale dell’incontro è stata la consegna degli attestati, realizzati dall’artista perugino MaMo, ai partecipanti della London Immersion 2024. Il programma, che offre l’opportunità di esplorare i macro-trend globali, ampliare il proprio network e frequentare un corso executive presso la UCL School of Management, tornerà con una nuova edizione a novembre 2025, offrendo ai partecipanti la possibilità di ottenere il Certificate of Executive Education in una delle business school più prestigiose al mondo.
“La nascita della UBS Alumni Community – ha sottolineato il Presidente di Umbria Business School Riccardo Stefanelli – rappresenta un momento chiave nel nostro percorso di crescita e consolidamento. È molto più di un progetto: è un investimento nelle persone, nelle connessioni di valore e nella costruzione di un ecosistema che genera opportunità. Relazioni e collaborazione sono da sempre i pilastri della nostra visione e oggi trovano un nuovo spazio di espressione. La UBS Alumni Community nasce come luogo dove manager, imprenditori ed esperti possono incontrarsi, sviluppare progetti e condividere esperienze con una prospettiva internazionale. Ma una community non è solo un’opportunità per chi ne fa parte: è un motore di crescita per il territorio. Creare una rete solida di Alumni significa rafforzare il tessuto economico locale, stimolare l’innovazione e diffondere competenze strategiche a beneficio dell’intera comunità umbra.”
Il 2 febbraio 2025 sono entrate in vigore le nuove disposizioni dell’AI Act, il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale, che mirano a garantire un utilizzo etico e sicuro dell’IA nel mercato europeo. Queste normative introducono divieti specifici per pratiche considerate ad alto rischio e un importante obbligo di alfabetizzazione digitale per organizzazioni e aziende, con l’obiettivo di promuovere competenze adeguate all’uso dell’intelligenza artificiale in modo consapevole e responsabile.
Divieti sulle pratiche di IA ad alto rischio
L’articolo 5 dell’AI Act identifica diverse pratiche di IA proibite, includendo l’uso di sistemi che:
- Impiegano tecniche subliminali, manipolative o ingannevoli per influenzare il comportamento delle persone, compromettendo la loro capacità di prendere decisioni informate e causando, o rischiando di causare, danni significativi.
- Sfruttano vulnerabilità legate a età, disabilità o condizioni socio-economiche per alterare il comportamento di individui o gruppi, provocando o rischiando di provocare danni rilevanti.
- Valutano o classificano persone o gruppi sulla base del comportamento sociale o di caratteristiche personali, quando ciò genera discriminazioni o trattamenti iniqui attraverso sistemi di punteggio sociale.
- Prevedono il rischio che una persona commetta un reato, basandosi esclusivamente su profilazione o tratti personali, salvo quando tali sistemi supportano una valutazione umana fondata su fatti oggettivi e verificabili legati ad attività criminali.
- Utilizzano sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” in spazi pubblici a fini di contrasto, salvo rare eccezioni strettamente regolamentate.
Questi divieti riflettono l’impegno dell’AI Act nel garantire che l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale sia conforme ai principi di sicurezza, equità e rispetto dei diritti fondamentali.
Obbligo di alfabetizzazione in materia di AI
L’articolo 4 dell’AI Act introduce l’obbligo per fornitori e utilizzatori di sistemi di IA di adottare misure per assicurare un livello adeguato di competenza in materia di intelligenza artificiale. Questo riguarda non solo il personale interno, ma anche tutte le persone che collaborano con l’organizzazione e che si occupano del funzionamento e dell’uso dei sistemi di AI.
Le misure di formazione devono essere tarate sulle conoscenze tecniche, l’esperienza, il livello di istruzione e il contesto lavorativo delle persone coinvolte. Inoltre, è fondamentale tenere in considerazione le caratteristiche delle persone o dei gruppi di persone su cui i sistemi di AI saranno utilizzati. Questo approccio mira a garantire che il personale sia preparato a utilizzare l’AI in modo responsabile e inclusivo, rispettando le esigenze di tutte le categorie sociali e promuovendo l’equità.
Le organizzazioni devono implementare strumenti come workshop, corsi di formazione e altre iniziative educative per accrescere la consapevolezza sul funzionamento dei sistemi AI e sui possibili rischi. Un obbligo importante che crea anche le basi per un’AI più inclusiva, riducendo le disparità e garantendo che i sistemi siano progettati e utilizzati in modo accessibile a tutti.
Un passo verso un futuro più equo e consapevole
L’introduzione dell’obbligo di formazione rende l’AI Act non solo un quadro normativo, ma anche uno strumento per promuovere un cambiamento culturale. Le aziende sono chiamate a investire nelle competenze del proprio personale, contribuendo a un uso più responsabile e inclusivo dell’intelligenza artificiale. Questo assicura che l’AI non diventi un fattore di esclusione, ma un’opportunità per migliorare la vita e il lavoro di tutte le persone.
Umbria Business School ha già raccolto questa sfida, proponendo il corso “L’etica del decidere: quando filosofia, management e AI si incontrano.” Un’iniziativa che unisce discipline diverse per offrire ai professionisti gli strumenti necessari a prendere decisioni etiche e consapevoli nell’era dell’intelligenza artificiale.
Dopo il successo delle edizioni passate, torna il percorso “Performance Sostenibile: migliorare i risultati liberando il proprio potenziale” organizzato dalla nostra Scuola in collaborazione con Franco Bertoli e il FAI- Bosco di San Francesco. Un’esperienza immersiva unica di crescita personale e professionale che combina formazione e natura per sviluppare leadership, resilienza e gestione dell’energia mentale ed emotiva.
Ambientato nella splendida cornice del Bosco di San Francesco, unico bene del FAI in Umbria, i partecipanti potranno beneficiare della quiete e dell’energia del luogo, creando il contesto ideale per un lavoro profondo su sé stessi.
Durante il percorso il formatore, Mental Coach ed ex campione olimpionico Franco Bertoli utilizzerà il suo metodo per potenziare le capacità di leadership e orientamento agli obiettivi, insegnando a riconoscere e “allenare” le energie fondamentali come motivazione, concentrazione, resilienza e passione, per una performance sostenibile e incentrata sul benessere individuale e collettivo.
Il percorso si sviluppa in due fasi: al mattino attività in aula per approfondire i concetti, seguite nel pomeriggio da un outdoor training pratico che permetterà ai partecipanti di applicare le conoscenze acquisite nel contesto naturale e stimolante del Bosco di San Francesco.
Il corso è destinato a tutti coloro che vogliono migliorare la capacità di concentrazione e performance in modo “sostenibile”. Su richiesta il corso può essere rivolto a team aziendali (mono e pluriaziendali) di ogni area o ruolo.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Venerdì 9 maggio, ad Assisi, si terrà il corso “Data Science e Artificial Intelligence per la Finanza”, guidato dalla Prof.ssa Donatella Taurasi.
Docente presso la Haas School of Business dell’Università di Berkeley, Chief Science Officer di Lumen Global Investments LLC e consulente per numerose aziende della Silicon Valley, Donatella Taurasi metterà a disposizione dei partecipanti la sua vasta esperienza nel campo dell’intelligenza artificiale applicata alla finanza. Il corso rappresenta un’opportunità unica per approfondire l’evoluzione del settore finanziario, sempre più caratterizzato dall’integrazione tra competenze umane e tecnologie avanzate.
Attraverso un approccio pratico e immersivo, i partecipanti esploreranno le potenzialità offerte dalla data science e dall’intelligenza artificiale per il processo decisionale in ambito finanziario. Il programma sarà strutturato per fornire strumenti concreti, permettendo di comprendere come le nuove tecnologie possano trasformare le strategie aziendali e favorire decisioni basate su analisi rigorose e dati affidabili.
Grazie all’esperienza internazionale della docente, il corso offrirà un’analisi approfondita di casi reali, illustrando metodologie innovative per identificare, valutare e sfruttare nuove opportunità di business basate sui dati. Un’occasione imperdibile per chi desidera acquisire competenze di alto livello e rimanere al passo con le più avanzate evoluzioni del settore finanziario.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Il corso Safety Management System (SMS), si terrà nelle date dell’11 e 12 marzo nella sede di Confindustria Umbria.
Umbria Business School amplia la propria offerta con una nuova area formativa dedicata al settore Aerospace, un comparto strategico in forte espansione in Umbria.
L’11 marzo prenderà il via il corso Safety Management System (SMS), progettato per fornire una comprensione approfondita e operativa dei Sistemi di Gestione della Sicurezza in ambito aeronautico.
Il programma è pensato per fornire ai partecipanti una comprensione chiara dei principi fondamentali della sicurezza e della loro evoluzione nel settore aeronautico. Saranno inoltre approfondite le differenze tra gli approcci tradizionali alla sicurezza e il modello SMS, con particolare attenzione ai ruoli e alle responsabilità degli operatori e alla gestione delle emergenze e delle risposte operative.
Destinatari del corso sono i responsabili della sicurezza di imprese aeronautiche, membri di comitati e gruppi di lavoro sulla sicurezza, nonché i professionisti del settore che operano nel rispetto delle normative ICAO, EASA e NAA.
Il corso è realizzato in collaborazione con Azeta Infotec Srl, azienda italiana specializzata nella progettazione ed erogazione di corsi di formazione e consulenza tecnica nel settore aerospaziale.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
AI & Risorse Umane: rivoluzione in corso, ma le aziende italiane sono prudenti.
Secondo una recente indagine del Politecnico di Milano, il mercato dell’Intelligenza Artificiale (AI) in Italia ha raggiunto un valore di 760 milioni di euro, registrando una crescita annua del 52%. Nei prossimi 10 anni, questa tecnologia potrebbe trasformare profondamente molti settori e sostituire le attività di 3,8 milioni di professionisti nel nostro Paese.
Tra le aree che stanno subendo i cambiamenti più significativi troviamo quella delle Risorse Umane (HR). Ma qual è lo stato dell’adozione dell’AI in questo ambito in Italia? Un quadro dettagliato emerge dal report annuale “The AI Impact”, realizzato da Osservatorio Imprese Lavoro INAZ e Business International, che analizza come l’intelligenza artificiale stia influenzando la gestione del personale nelle aziende italiane.
L’analisi, condotta tra marzo e maggio 2024 su un campione di 200 direttori delle risorse umane di alcune delle principali aziende nazionali e internazionali operanti in Italia, ha evidenziato che solo il 21,28% delle aziende utilizza strumenti di AI per la gestione delle HR, mentre il restante 78,72% non li utilizza. Le principali ragioni di questa mancata adozione includono la mancanza di competenze interne (38%), la necessità di nuovi modelli di leadership e di una cultura aziendale aperta all’innovazione (32%) e la difficoltà nel riconoscere quali processi automatizzare (43%).
Le aziende cosiddette “pioniere” che hanno già implementato soluzioni AI nelle HR la utilizzano soprattutto per i processi di recruiting e selezione, pianificazione della formazione e sistemi di valutazione. Queste aziende indicano tra i principali vantaggi la possibilità di risparmiare tempo sulle attività routinarie (32,14%) e ridurre i costi di lavorazione delle pratiche burocratiche-amministrative (24,29%). L’analisi predittiva delle performance è un altro ambito chiave, utile per favorire la crescita professionale e la retention dei talenti.
Il report evidenzia inoltre che le aziende che investono in AI puntano non solo a miglioramenti operativi, ma a una trasformazione strategica, con l’obiettivo di ridefinire il ruolo delle risorse umane nel contesto organizzativo. L’AI deve essere vista come uno “sparring partner” per il pensiero critico, non come un sostituto delle decisioni umane.
Per quanto riguarda, invece, le principali sfide future per le risorse umane italiane, secondo il report, esse includono bilanciare l’uso della tecnologia con il mantenimento di un ruolo centrale del pensiero critico umano, creare una cultura aziendale in grado di accogliere l’innovazione superando la resistenza al cambiamento, investire nella formazione digitale per colmare il deficit di competenze tecnologiche e analitiche, affrontare i rischi di bias e discriminazione insiti nei processi automatizzati e garantire la trasparenza e il rispetto delle normative europee, come l’AI Act.
Si terrà il 9 e il 23 maggio 2025 nella splendida cornice della villa settecentesca di Ponte Felcino, sede della Scuola di giornalismo della RAI, il corso “L’etica del decidere: quando filosofia, management e AI si incontrano.”
Obiettivo del corso è quello di aiutare i partecipanti a sviluppare una visione strategica che unisca pensiero critico, innovazione ed etica. Attraverso analisi di casi studio e momenti di confronto, saranno affrontati temi centrali come il significato di una decisione efficace, i valori che guidano l’azione manageriale e il bilanciamento tra efficienza e umanità.
A guidare il percorso sarà Guido Baggio. Filosofo e Professore Associato presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. Esperto di fama internazionale nell’intersezione tra filosofia, management e intelligenza artificiale, Baggio ha insegnato presso prestigiose istituzioni come il King’s College London e l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Particolare attenzione sarà dedicata all’intelligenza artificiale, approfondendone le opportunità e i limiti, per comprenderne l’integrazione nei processi decisionali senza compromettere la creatività e l’intuizione umana. Il risultato sarà un percorso formativo che unisce riflessione e pragmatismo, orientato a creare leader capaci di coniugare competitività e responsabilità.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.
Sono aperte le iscrizioni al corso executive “Fabbricare fiducia: un nuovo approccio alla relazione nelle organizzazioni”, che si terrà mercoledì 9 aprile presso la sede di Confindustria Umbria.
In un mondo lavorativo sempre più complesso, la capacità di generare fiducia rappresenta un asset strategico per il successo delle imprese. Un’efficace leadership, infatti, non si limita alla gestione dei processi, ma si fonda sulla creazione di un clima aziendale positivo, in cui le persone possano esprimere il proprio potenziale e lavorare in sinergia.
L’obiettivo del corso è offrire ai partecipanti un cambio di prospettiva sulle relazioni professionali e sulla gestione dei team, con un focus particolare sul conflitto come esperienza naturale da conoscere e affrontare. Gli argomenti trattati aiuteranno i partecipanti a migliorare la gestione dei conflitti e a sviluppare un clima di fiducia all’interno delle loro organizzazioni.
L’incontro sarà guidato da Stefano Isacchi, professionista con oltre 30 anni di esperienza nella gestione delle risorse umane e nello sviluppo organizzativo. Isacchi ha ricoperto ruoli di leadership in diversi settori, tra cui consulenza direzionale, turismo e cosmesi, e dal 2019 è Direttore Generale di Rondine Cittadella della Pace, organizzazione internazionale di riferimento per la gestione innovativa dei conflitti.
Durante la giornata formativa, i partecipanti avranno l’opportunità di approfondire il Metodo Rondine, un approccio riconosciuto a livello internazionale per trasformare i conflitti in occasioni di crescita e innovazione organizzativa.
Per maggiori informazioni è possibile contattare Maria De Fazio ai seguenti riferimenti: T. 075582741; formazione@umbriaschool.it.