Intelligenza Artificiale, Leadership e Skill Mismatch.

Quali competenze servono davvero per affrontare il futuro del lavoro?

Nel 2025, numerosi report internazionali, dal Future of Jobs Report del World Economic Forum al prestigioso AI Index di Stanford, fino alle analisi di Deloitte e degli osservatori nazionali, hanno provato a rispondere a una domanda centrale per istituzioni formative e imprese: quali competenze servono davvero per affrontare il futuro del lavoro?

In questo articolo proponiamo una lettura incrociata dei principali studi pubblicati nel corso dell’anno, per evidenziare le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro, il ruolo emergente della leadership e le implicazioni della diffusione dell’intelligenza artificiale per i modelli formativi.

 

La transizione delle competenze

Secondo il Future of Jobs Report 2025, nei prossimi cinque anni si creeranno circa 170 milioni di nuovi posti di lavoro, a fronte della perdita di oltre 90 milioni. Il saldo globale è positivo, ma comporta una trasformazione significativa delle competenze richieste. Entro il 2030, il 44% della forza lavoro dovrà aggiornare le proprie skill per rimanere occupabile.

Tra le competenze in crescita figurano: il pensiero analitico, la resilienza, l’intelligenza emotiva, l’alfabetizzazione digitale e la capacità di guidare o partecipare a processi di cambiamento.

 

AI e formazione: nuove sfide e responsabilità

L’AI Index 2025 di Stanford evidenzia come l’adozione dell’intelligenza artificiale sia ormai capillare: il 78% delle organizzazioni a livello globale utilizza soluzioni AI in ambiti che spaziano dall’automazione operativa all’analisi predittiva, fino al supporto strategico alle decisioni. Gli investimenti privati nel settore hanno superato i 109 miliardi di dollari, con performance dei modelli in crescita esponenziale (+60% annuo in media tra il 2023 e il 2025).

Questa evoluzione richiede nuove competenze non solo tecniche, come machine learning, data analysis, prompting o sviluppo di modelli, ma anche cognitive, etiche e culturali. La formazione deve accompagnare l’adozione dell’AI con approcci interdisciplinari, capaci di preparare i professionisti a gestire rischi, bias, responsabilità e impatti sociali delle tecnologie intelligenti.

Il tema della responsabilità umana nelle decisioni automatizzate, così come quello della trasparenza algoritmica, entra così a pieno titolo nei percorsi formativi. L’obiettivo è sviluppare una competenza digitale consapevole, che permetta di governare, e non solo subire, l’innovazione tecnologica.

Leadership e cambiamento: il ruolo chiave secondo Deloitte

I report Deloitte 2025 mettono in luce come la leadership trasformazionale sia oggi uno dei fattori chiave per la competitività delle organizzazioni. In un contesto segnato da cambiamenti rapidi e non lineari, i leader sono chiamati a:

  • favorire una cultura organizzativa aperta, inclusiva e collaborativa;
  • promuovere l’innovazione e la sperimentazione continua;
  • integrare efficacemente tecnologie digitali e AI nei processi decisionali;
  • sostenere la crescita delle persone attraverso la formazione continua.

La leadership viene sempre più intesa come un insieme di competenze trasversali e relazionali, empatia, ascolto, visione, capacità di comunicare il cambiamento, da coltivare in modo strutturato, anche nei percorsi di formazione manageriale.

Skill mismatch e formazione continua

Uno dei temi trasversali emersi da tutti i report è il crescente disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle attualmente disponibili. L’obsolescenza accelera: il 39% delle competenze oggi utilizzate rischia di non essere più rilevante entro pochi anni.

In risposta, la formazione continua assume un ruolo centrale. L’attenzione si sposta verso percorsi modulari e aggiornabili, combinazioni tra laurea e certificazioni professionali, apprendimenti ibridi che uniscono teoria, pratica e competenze trasversali. Inoltre, la capacità di adattarsi, apprendere rapidamente e connettere saperi diversi diventa una competenza chiave in sé.

Politiche pubbliche e sistema formativo

A livello europeo, il Pact for Skills ha già coinvolto oltre 6 milioni di lavoratori in percorsi di aggiornamento e intende raggiungerne almeno 25 milioni entro il 2030.  L’OCSE, da parte sua, promuove un approccio “skills-first”, in cui le competenze effettivamente possedute contano più dei titoli formali, valorizzando così anche percorsi di apprendimento alternativi.

In sintesi, la convergenza tra intelligenza artificiale, transizione ecologica e nuove forme di lavoro ridefinisce il significato stesso di professionalità. Il 2025 ci consegna un quadro chiaro: per essere pronti al futuro serve un’alleanza forte tra imprese, istituzioni formative e politiche pubbliche, fondata su modelli flessibili, etici e inclusivi di sviluppo delle competenze.

editor

01/08/2025