Intervista ad Alessandro Bussotti, Coordinatore della comunità manageriale HSE di Confindustria Umbria.

In occasione della Giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro 2025 abbiamo intervistato Alessandro Bussotti, Coordinatore della comunità manageriale HSE di Confindustria Umbria, per fare il punto sull’evoluzione del ruolo dell’RSPP, sulle principali sfide attuali e future nel mondo della sicurezza sul lavoro e sull’importanza fondamentale della formazione di qualità per la prevenzione degli infortuni.

In che modo è cambiato il ruolo dell’RSPP negli ultimi anni? Come vedi evolvere il mondo della sicurezza nel prossimo futuro?

Negli ultimi decenni il ruolo di RSPP si è modellato intorno alle nuove esigenze in tema di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le innovazioni tecnologiche come la robotica e l’automazione, la sempre più cospicua presenza di personale che non parla l’italiano e adotta metodi di lavoro poco comuni, ha determinato una necessaria spinta verso la professionalizzazione del RSPP. Gli ambiti di maggior rilievo sono stati certamente quelli legati alla formazione del personale e alla comunicazione della sicurezza. L’RSPP, al giorno d’oggi, non può esimersi dall’avere conoscenze di psicologia generale e anche legate alla comunicazione.

La sicurezza è anche relazione umana efficace.

Nei prossimi anni questi aspetti saranno sempre più importanti e l’arrivo della I.A. ci costringerà a supportare le organizzazioni per la rimodulazione dei processi di lavoro. Aggiungo anche che tutte le organizzazioni si troveranno ad affrontare il grande tema dell’invecchiamento della popolazione lavorativa. L’RSPP avrà l’arduo compito di tenere la prevenzione intrinsecamente legata a tutti gli aspetti della governance aziendale.

Quali sono oggi le principali sfide per chi si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro?

La principale sfida è certamente quella del trasferimento ai quadri intermedi e ai lavoratori di tutti quei concetti legati alla sicurezza sul lavoro. Il primo e più fondamentale concetto è certamente quello dell’inestricabile legame tra sicurezza e generazione di valore. Questo è un legame non sono inestricabile ma anche direttamente proporzionale.

Le nuove tecnologie cambiano il modo di lavorare e monitorare il lavoro. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa evoluzione, da un punto di vista della sicurezza sul lavoro?

L’utilizzo delle nuove tecnologie porta con sé la riduzione dell’usura del corpo e permette ai lavoratori di produrre stando lontani dalle fonti di rischio. Aggiungo anche le grandi capacità di controllo dei rischi che hanno l’I.A. e la sensoristica di controllo sempre più sofisticata. Un esempio su tutti: le tecnologie di identificazione degli ostacoli che equipaggiano i mezzi industriali sono oggi degli strumenti molto utili ad evitare gli incidenti. Personalmente non vedo svantaggi rilevanti rispetto alle nuove tecnologie. Almeno per il momento.

Qual è l’errore più comune che le aziende commettono rispetto alla sicurezza?

Non capire che la prevenzione ben inserita in un’azienda è prodromica alla generazione di valore. Mi ripeto, ma credo che questo sia il problema maggiore. Ancora, purtroppo, la salute e la sicurezza sul lavoro sono considerate degli ostacoli alla gestione dei processi aziendali.

Per la tua esperienza, quanta importanza ha avuto la formazione di qualità, nella prevenzione degli infortuni, rispetto ad altre misure (es. DPI, procedure, …)?

La formazione di qualità, cioè quella che riesce a stimolare la consapevolezza dei lavoratori e dei quadri aziendali, vale molto di più di ogni procedura o DPI. È il lavoratore che, in ultima istanza, deve comprendere il senso e i principi del lavoro in sicurezza.

Cosa rende davvero efficace un percorso formativo sulla sicurezza?

L’addestramento sul campo, esempi concreti, esercizi, dati, testimonianze.

Immaginiamo di far comprendere durante una formazione cosa accade al corpo dopo una caduta dall’alto da 6mt di altezza, ad esempio.

Cosa significa per te “lavorare in sicurezza”?

Posso dire che lavorare in sicurezza significa essere liberi. Liberi dal rischio di rovinare permanente la propria vita o quella altrui e anche libertà dal rischio di distruggere un’azienda.

editor

28/04/2025